Care socie e cari soci del CEM,
Scrivo queste due righe del Bollettino del CEM sentendomi nei panni del capitano del Titanic.
Se uso questa espressione è perché non tutti hanno la vista lunga da vedere l’iceberg che abbiamo di fronte a noi ma a questa velocità decisionale rischiamo davvero di collidere con l’iceberg.
Di cosa si tratta?
Semplicemente, come ha detto il nostro tesoriere nell’ultima assemblea, che in poco tempo dimezzeremo il capitale che abbiamo ereditato dai nostri vecchi, che ci hanno lasciato, mentre i costi di affitto e spese generali della sede resteranno gli stessi, se non aumenteranno.
Per continuare a tenere la sede di via Bramantino bisognerebbe che tutto il Consiglio, se non gran parte dei soci, sostenessero le spese correnti con un congruo contributo.
Per far vedere che esistiamo e che siamo utili alla zona otto si dovrebbero predisporre quelle “domeniche di studio” per gli studenti della zona alla domenica ma non ho visto sufficienti volontari farsi avanti.
In entrambi i casi nessuno si è fatto avanti e chi vuole tenere aperta la sede di via Bramantino non fa proposte per sostenere tale idea.
Certamente il Presidente ha il compito di indirizzo per il Consiglio, che ha la facoltà di approvare o negare le idee e proposte del Presidente.
Vorrei che giungesse ai soci del CEM la chiara sensazione che il sottoscritto non sposa una tesi o l’altra riguardo alla sede ma mi sento obbligato di esporre, proprio in questo momento, la mia visione di quello che un Circolo esperantista deve fare e dove, a prescindere dai problemi della sede.
Con l’adesione alla Casa delle associazioni di Zona 1 è stato fatto un passo avanti nella direzione di un Circolo diffuso nella città per essere sempre all’interno delle dinamiche associative.
È solo un primo passo. Ne restano altri da fare.
Per questo io credo che sia doveroso che il Consiglio convochi una assemblea straordinaria che al primo e unico punto metta lo spostamento della sede legale e la chiusura della sede fisica di via Bramantino.
Ci sono ancora molte informazioni che forse vi mancano: esiste una proposta di spostare la sede legale in via Villoresi, sede della FEI, con un costo che è un terzo di quello attuale e che ci consentirebbe di svolgere i nostri incontri interni il mercoledì e venerdì, ma soprattutto di investire dei soldi nelle campagne pubblicitarie per i nostri corsi.
Quando uscirà questo numero del Bollettino si sarà già svolta la assemblea ordinaria della FEI con l’elezione del nuovo Direttivo e Consiglio e vedremo se questa proposta si può attuare, soprattutto previa approvazione della nostra assemblea straordinaria e del CD della FEI.
Altro aspetto di cui tenere conto è che con una gestione più agile dei costi del Circolo potremo abbassare la quota associativa riuscendo magari a iscrivere nuovi soci e simpatizzanti.
Questi gli elementi in campo.
Sicuramente non sono i soli.
Mi e vi auguro che in una prossima assemblea straordinaria si potrà discutere serenamente e prendere una decisione condivisa da tutti.